Salve,
sono un impiegato, in mobiltà secondo la L236/93, in mobilità a decorrere dal 11/12/2009.
Dal 10/1/2010 ho lavorato a tempo determinato per 1 anno presso una ditta. Allo scadere del contratto il 10/1/2011, il contratto non è stato rinnovato, di comune accordo. Il 17/1/11 ho preso servizio presso un’altra ditta, con scadenza il 31/12/11, e subordinato ad un periodo di prova di 6 mesi. Il contratto prevede una operatività legata ad un particolare progetto di un prodotto, che viene sviluppato in cina.
Nel contratto non è menzionato nessun periodo minimo o massimo di permanenza all’estero, viene solamente indicata una voce inerente la sede di lavoro, in cui si specifica che “per esigenze aziendali sia destinato ad altra sede o società del gruppo, cue lei si impegna ad accettare senza opporre eccezioni o pretenrede variazioni delle condizioni”.
In fase di colloquio si era raggiunto un accordo verbale di permanenza in cina per un periodo dai 4 ai 6 mesi, specificando 6 mesi come periodo massimo.
Ad adesso mi ritrovo nella condizioni che il mio responsabile mi “spinge” a star in cina per i 6 mesi, per attività che non competono direttamente il motivo della mia assunzione (legata al progetto), ma dovrebbero essere quelle per l’assunzione futura a tempo indeterminato, di cui se ne è parlato in fase di colloquio.
Io, per motivi personali, non sono disponibile ad accettare 6 mesi all’estero, ma come tetto massimo 4, cosa di cui se ne era parlato in fase di colloquio, e sono fermamente convinto che le attività si possano portare a termine anche stando “solamente” 4 mesi.
Stando le premesse così, ed essendo in un punto di stallo, dato che il mio reponsabile non cede, come posso fare per rientrare in mobilità e non perdere almeno i rimanenti mesi di mobilità?
Grazie
Marco